giovedì 13 gennaio 2011

Steve Wynn and Miracle 3 > Northern Aggression


Il tempo ha dimostrato la validità di Steve Wynn come autore e performer, un nome sicuro per quanti bazzicano il rock americano classico e indie, uno che ha saputo attraversare almeno tre decadi di musica senza perdere di smalto, lucidità, freschezza e creatività. Lo scorso anno è stato ripubblicato Medicine Show dei Dream Syndicate, la prima band di Wynn, un album che rimane uno dei capolavori di quel rock underground che negli anni ottanta riuscì a sfuggire a superproduzioni, tastiere industriali e batterie trattate ad anabolizzanti. Anche dopo l’esperienza con i Dream Syndicate, Steve Wynn ha realizzato ottimi dischi, sia come solista sia con i Miracle 3, la sua ultima band dove milita sua moglie Linda Pitmon alla batteria e dove il basso è affidato a Jason Victor. L’ultimo disco con i Miracle 3 si intitola Northern Aggression ed è un piacevole ritorno alle vette della sua produzione post-Syndicate, ad album come Here Comes A Miracle e Static Transmission, quest’ultimo con gli stessi Miracle 3.
Il titolo dell’album si riferisce alla mai sopita rivalità tra sudisti e nordisti negli Stati Uniti, come afferma lo stesso Wynn: "quando arrivammo a Richmond in Virginia per registrare questo disco telefonai al mio amico Stephen McCarty e nel mezzo della conversione lui mi disse di lasciare la nostra aggressività nordista fuori dalla porta. Aveva parafrasato la frase con cui la gente sotto la Mason-Dixon line definiva la guerra civile, la guerra dell’aggressione nordista. Ci risi sopra ma la frase la trovai simpatica, ironica e appropriata tanto che diventò la frase preferita di tutta la session e quindi il titolo del disco”.
Asciutto e aggressivo ma anche melodico e psichedelico Northern Aggression riprende gli antichi amori di Wynn, in primis i Velvet Underground e vi aggiunge una dose di americana attraverso alcune ballate venate di un solitario umore sudista ( tra tutte la splendida The Death Of Donny B, una delle ballate più toccanti dello scorso 2010) consegnando una riuscita collezione di canzoni ed uno spirito rock a denominazione di origine controllata..
Inizia alla grande ed in maniera decisa Northern Aggression, Resolution è una delle tracce più riuscite, si ricollega un po’ ad Amphetamine,un titolo che è un must dei suoi live shows, è plumbea nei colori e gelida nelle atmosfere, Suicide e Velvet Undreground che suonano in un film d’animazione dark mentre più classicamente rock è We Don’t Talk About It che smorza il delirio avanguardistico del primo brano con una filtrata dose di psichedelia. No One Ever Drowns richiama le foschie indie del suono dei Miracle 3, tanto da far venire in mente i Cure di A Forest, un ambientazione molto nordica che contrasta col generale decor del disco. Eravamo in Virginia, nel sud, aggiunge Wynn “ in quelle session lasciammo alla porta i nostri modi nervosi, il parlare in fretta, quel sentirsi perennemente su di giri da yankees per scivolare in un lento, rilassato e misterioso modo di fare sudista”. E difatti poco a poco il southern mood fa capolino, Consider The Source è una ballata lenta e ammaliante dall’aria ipnotica , The Death of Donny B. è un sussulto delicato nel silenzio della notte , The Other Side apre ad una sorta di lunatico country-rock e Cloud Splitter evoca i disadorni ambienti dei Richmond Fontaine, una band che ha eletto la desolazione a poesia.
Nel finale torna in cattedra lo psycho-rock, in On The Mend le chitarre tornano a fremere acide e visionarie e in Ribbons and Chains i Miracle 3 si divertono a collidere con vera rock n’roll band. Consigliato.

Steve Wynn and Friends saranno in tour in Italia l’11 febbraio a Lugagnano di Sona (Vr), il 12 al Bloom di Mezzago, il 13 al Big Mama di Roma e il 14 a Marostica.

MAURO ZAMBELLINI

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