lunedì 21 giugno 2010

Bruce Springsteen & The E Street Band > Wrecking Ball / The Ghost of Tom Joad


Erano circa dieci anni che non sentivo su disco uno Springsteen così intenso ed emozionante, uno Springsteen che trascina la E Street Band in una di quelle performance per cui, a ragione, è diventato the Boss. Il documento che testimonia di uno Springsteen così salutare è piccolo, solo un vinile a 45 giri dove vengono riportati sul lato A la versione live di Wrecking Ball del Giants Stadium del 2 0ttobre 2009, già circolata in rete e sul lato B la versione live del 7 aprile 2008 di The Ghost of Tom Joad ad Anaheim in California, anche questa già disponibile in rete nei Magic Tour Highlights.

Due brani di incredibile forza evocativa raccolti in un vinile per festeggiare il record store day. La prima, un omaggio al popolo del New Jersey e del Meadowlands è un talkin’ irresistibile che parla di baseball ed inneggia alla vita, sale piano ma decisa e si trasforma in una sorta di incalzante giga irlandese suonata rock, con Bruce che ossessivamente ripete wrecking ball mentre la sua chitarra acustica introduce prima le tastiere e poi l’intera band che si scatena in una corsa forsennata come fosse una palla demolitrice lanciata dal più spietato dei battitori. Corale, potente, trascinante, Wrecking Ball è un brano di enorme trasporto fisico, una canzone di magnetico spirito collettivo dove pubblico, artista e band sembrano convergere in quell’unico punto che nel calcio è il gol, nel football la meta, nel basket il canestro, nel baseball il punto e nel rock l’apoteosi. Da brani come questi nascono le leggende.

Non è da meno il lato B ovvero la versione forsennatamente elettrica di The Ghost of Tom Joad qui impreziosita dalla presenza del chitarrista dei Rage Against The Machine Tom Morello. Brano già di per sé carismatico, tratto dall’amaro racconto sull’America contemporanea che è Tom Joad subisce un trattamento che ne altera profondamente i caratteri originari di protest song. Da canzone folk con chitarra acustica, voce desolata e fisarmonica diventa prima un classico da E-Street Band con tanto di echi western sottolineati dalla lap steel di Lofgren ed infine muta in un rabbioso e acido urlo di dolore con Morello che distorce la chitarra ricavandone rumori da mitragliatrice . Un finale violento e punk che prende a sberle il sogno americano e rimette in sesto uno Springsteen che quasi me ne ero dimenticato.

MAURO ZAMBELLINI

3 commenti:

SoloDinamo ha detto...

lo possiedo, bellissimo pezzo!
Mi ricorda un pochino i Waterboys
ma non è che io sia un grande intenditore di musica. Mi piace
l'inserimento della tromba nel brano.
ciao

Blue Bottazzi ha detto...

Zambo, raccontaci dei Faces!

tsitalia ha detto...

Uno dei pezzi più belli degli ultimi anni.